COLPO DI FRUSTA

Il “colpo di frusta”, conosciuto anche come “whiplash”, è una condizione data da un evento traumatico compressivo a carico della colonna cervicale, generalmente causato da un incidente automobilistico. Il meccanismo da impatto più studiato in letteratura è il “classico” tamponamento al semaforo, in cui si riceve un colpo posteriormente.

MECCANISMO DI LESIONE

In questo tipo di evento, il rachide cervicale compie due movimenti distinti simultaneamente. La parte superiore viene portata in flessione attraverso la caduta della testa in avanti, questo provoca contemporaneamente un’iperestensione del tratto cervicale inferiore; i due movimenti associati fanno sì che si crei un trauma distorsivo a questo livello. A causa delle forze in gioco e della velocità con cui avvengono questi cambiamenti posturali, è impossibile riuscire a controllare questo evento, che potrebbe causare lesioni strutturali alle componenti ossee, legamentose, meniscali e neurali della zona colpita.

ITER DIAGNOSTICO E IMAGING

Successivamente all’incidente sarà fondamentale verificare la presenza di una o più lesioni attraverso l’utilizzo di radiografie, RMN o TC al pronto soccorso. Queste indagini però non sempre riescono a identificare la presenza di reperti che dovrebbero essere diagnosticati, creando così dei falsi negativi. Statisticamente le porzioni più interessate dai traumatismi del whiplash sono C2-C3, C5-C6 e C6-C7. Se in seguito agli accertamenti saranno escluse problematiche importanti come fratture, instabilità vertebro-basilare o erniazione acuta, la problematica può essere classificata come “Colpo di frusta aspecifico“, con o senza stress psicologico post-traumatico.

SINTOMATOLOGIA

Le persone che hanno vissuto l’esperienza del colpo di frusta lamentano spesso:

  •  intenso dolore al collo e alla testa
  •  rigidità articolare
  •  disturbi del sonno e della vista
  • vertigini
  • faticabilità
  • formicolio, addormentamento o dolore degli arti superiori
  • disturbo post-traumatico da stress

Oltre ai sintomi riferiti dal paziente, gli studi evidenziano un deficit di attivazione della muscolatura cervicale; questa condizione è di grande importanza poiché, se non trattata adeguatamente, potrebbe diventare una fonte di dolore che potrebbe portare il paziente verso una cervicalgia persistente.

TRATTAMENTO FISIOTERAPICO

Primo compito del fisioterapista sarà quello di escludere la presenza di condizioni che non sono state rintracciate dalle indagini strumentali, come per esempio una radicolopatia, attraverso l’utilizzo di alcuni test diagnostici. Una volta escluse lesioni, verrà impostato un piano di trattamento in accordo con il paziente in base alle condizioni e alle necessità del paziente. Fattore fondamentale per la buona riuscita del trattamento sarà la promozione di un recupero attivo favorendo, in caso di un suo utilizzo, lo svezzamento progressivo dal collare cervicale e l’utilizzo di esercizi mirati che permettano una completa ripresa delle attività lavorative e ludiche nel più breve tempo possibile.

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